“…Ce li immaginiamo tutti vestiti come nelle bande di paese, sotto le finestre della bella Maddalena, prigioniera delle trivelle, di Angelica, prigioniera della sua pazzia, dei lavoratori, prigionieri dei padroni, del Povero Diavolo, prigioniero di se stesso. E non siamo preoccupati perché, fino a che qualcuno canterà, nessuno sarà mai davvero prigioniero.” (Elisabetta Malantrucco, A – Rivista Anarchica)
“Riandando al succo del discorso: Alessio Lega è fra i pochissimi frequentatori non abusivi della canzone di contenuto. Da otto dischi in qua ne è il continuatore pedissequo, portavoce dell`originario spirito cantautorale. Questo disco-collage di tracce, spunti, passato, presente, suggestioni, omaggi, corsi e ricorsi storici – dell’amore, dei fascismi, dei luoghi insanguinati, dei luoghi dell’alienazione di massa -, Lecce, Milano (Stazione Centrale), italiani che non son tutti brava gente (Ambaradan), vecchi e nuovi poveri cristi (Angelica Matta, Hanno ammazzato il Mario in bicicletta) è in giro da oggi per dimostrarlo.” (Mario Bonanno, Mescalina)
“Parole urticanti e un orecchio teso a captare gli echi dell’- altra Storia -.” (Guido Festinese, Il Manifesto)
“A chi stesse già storcendo il naso pensando di trovarsi di fronte all’ennesimo disco di combat-folk un tanto al chilo, diciamo di ricredersi: Lega è decisamente oltre tutto questo, e restituisce una tradizione musicale riconoscibile ma tutt’altro che biascicata. Non ci sono facili ammiccamenti in Mare Nero, mancano i luoghi comuni e le scopiazzature con la carta velina che talvolta emergono in alcuni lavori legati al genere di riferimento, sostituiti da una grande profondità narrativa nei testi – pochissimi autori contemporanei possono vantare una tale autorevolezza – e da una musica che mostra una sua originalità pur rimanendo all’interno di un linguaggio tutto sommato tradizionale. Dischi di questa caratura, in ambito cantautorale, non ne escono sempre, per cui approfittatene.” (Fabrizio Zampighi, Sentireascoltare)
“Mare Nero è un inno moderno all’anima indomabile degli anarchici.” (Elisabetta Malantrucco, VINILE)
“Lega rilegge alcuni brani del proprio repertorio e ne ripesca altri che non avevano avuto la fortuna di trovare spazio nei precedenti lavori, (…), cavalcando le onde funeree del passato e quelle agitate del presente, mentre ad illuminare lo sguardo e riscaldare il cuore ci pensano i raggi sempre vivi del sol dell’avvenire.” (Guido Gambacorta, Blow Up)
“Lega conferma la propria personalità da cantastorie/chansonnier/cantautore che lo portano spesso vicino a casa per raccontare storie che però possono portare molto lontano.” (Fabio Alcini, Musictraks)
“Un lavoro musicalmente completo e interessante a 360 gradi.” (Antonio Baciocchi, Radio Coop)
“E’ questo un disco a cui bisogna prestare attenzione. Diseguale, disomogeneo, arruffato, anacronistico forse il disco meno “disco” che Alessio abbia mai fatto nella sua carriera, eppure “Mare nero” ha delle qualità che, magari, non affiorano subito, ma che ti scavano dentro, che ti afferranno l’attenzione e non te la lasciano andare tanto facilmente.” (Giorgio Maimone)
“Che la visione (politica e di vita) di Alessio Lega piaccia o meno è innegabile che, tanto con la musica quanto con le parole, ci si trovi di fronte ad un disco di cantautorato sopraffino.” (Stefano Ficagna, ASAP Fanzine)